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Uno studio recente ha rilevato che l’uso cronico di antibiotici nella mezza età nelle donne era collegato a lievi diminuzioni delle capacità cognitive 7 anni dopo. Sono state osservate piccole diminuzioni della velocità psicomotoria, dell’attenzione, della memoria di lavoro e dell’apprendimento. Sono necessarie ricerche future per confermare questa associazione e indagare se i cambiamenti nella funzione cognitiva possono essere invertiti. Il microbioma intestinale è costituito da tutti i microbi e dal loro materiale genetico che vivono nel nostro tratto gastrointestinale. Questi microbi includono batteri, funghi e virus.
Il microbioma intestinale è essenziale per regolare il nostro ambiente interno e la funzione del sistema immunitario. Esiste una comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale e l’intestino, che è chiamata asse intestino-cervello. Gli scienziati ritengono che l’asse intestino-cervello consenta ai nostri batteri intestinali di influenzare il cervello.
Il microbioma intestinale modula lo sviluppo e la funzione del cervello per tutta la vita. Ci sono alcune prove che i cambiamenti al microbioma intestinale possono svolgere un ruolo nello sviluppo di condizioni psichiatriche e neurologiche, come la depressione, il disturbo dello spettro autistico, la schizofrenia, l’ansia e il morbo di Alzheimer. L’uso di antibiotici può alterare le comunità microbiche intestinali poiché, per loro stessa natura, uccidono i batteri. Questi cambiamenti possono durare mesi o anni dopo l’esposizione. Pochi studi hanno esaminato i successivi effetti cognitivi dell’uso cronico di antibiotici nella mezza età in partecipanti senza demenza. I ricercatori del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School, entrambi a Boston e al Rush University Medical Center di Chicago, hanno deciso di indagare. Hanno esaminato l’effetto dell’uso cronico di antibiotici nella mezza età sulla funzione cognitiva. Effetti cognitivi correlati agli antibiotici. Lo studio ha analizzato il questionario Nurses ‘Health Study II del 2009, che include i dati di 15.129 infermiere con un’età media di 54,7.
E’ stato condotto uno studio dove i partecipanti hanno completato una valutazione cognitiva computerizzata convalidata per la demenza chiamata CogStateTrusted Source. Lo hanno completato a casa una media di 7 anni dopo la loro prima esposizione agli antibiotici. Gli studiosi sono arrivati alla conclusione che con l’avanzare dell’età, le capacità cognitive tendono a diminuire. Come previsto, gli scienziati hanno dimostrato che i punteggi medi di CogState sono diminuiti con ogni anno di età. Usando questo come punto di riferimento, gli autori concludono che “la relazione tra l’uso di antibiotici e la cognizione era più o meno equivalente a quella trovata per 3-4 anni di invecchiamento”.
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