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Nuova speranza per Alzheimer

Nuova speranza per Alzheimer

Nuova speranza per Alzheimer

Sviluppata una nuova supermolecola a base di Dna

Nuova speranza per  Alzheimer, un team di un laboratorio internazionale di studiosi coordinato dall’Università della Danimarca Meridionale e della Kent University, negli USA, è stata sviluppata una nuova supermolecola a base di dna e potrebbe spalancare la strada ad una nuova generazione di nanotecnologie utili per diagnosticare patologie e fare ricerca sulle cause di disturbi legati al malfunzionamento di proteine, quali ad esempio l’Alzheimer. 

La nuova supermolecola è formata dall’unione tra il Dna e le catene di amminoacidi denominate “peptidi” – elementi difficili da combinare tra loro – e promette di favorire la sintesi di nuove proteine artificiali, più efficaci e stabili rispetto a quelle naturali.  Adesso si dovrà verificare se questo «potente strumento molecolare» potrà essere impiegato «per spiegare la causa dell’Alzheimer, in cui sono coinvolti peptidi.

 Il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa del cervello che provoca demenza, che è una graduale perdita di memoria, giudizio e capacità di funzionare. Questo disturbo di solito compare nelle persone di età superiore ai 65 anni, ma forme meno comuni della malattia compaiono prima nell’età adulta.

Gli individui affetti di solito sopravvivono da 8 a 10 anni dopo la comparsa dei sintomi, ma il decorso della malattia può variare da 1 a 25 anni. La sopravvivenza è solitamente più breve negli individui diagnosticati dopo gli 80 anni rispetto a quelli diagnosticati in età più giovane. La morte di solito deriva da polmonite, malnutrizione o deperimento generale del corpo (inanizione).

La malattia di Alzheimer può essere classificata come ad esordio precoce o ad esordio tardivo. I segni ei sintomi della forma ad esordio precoce compaiono tra i trenta e i sessantacinque anni di una persona, mentre la forma ad esordio tardivo compare durante o dopo la metà degli anni sessanta. La forma ad esordio precoce è molto meno comune della forma ad esordio tardivo, rappresentando meno del 10% di tutti i casi di malattia di Alzheimer.

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